+ 1 (707) 877-4321
+ 33 977-198-888

"COMPLEMENTARITA' ARTI PLASTICHE E LETTERARIE"

CAP. IX - pag. 15 a 114 - tratto dal romanzo fantascientifico LEDA Illustrato da due opere: "MONTAGNE E CRATERI DI MIRANDA" e "I PENITENTI DI CALLISTO", satelliti di URANO e di GIOVE. Pellegrino - Leda
http://www.PellegrinoLeda.com - 1 November 2013

  1. (Pag. 105)  A notte fonda non c'era un filo d'aria in quella valle alpestre silenziosa. Nel buio fitto del cielo imperscrutabile, aleggiava un senso di misticismo. Trascorsero alcuni minuti prima che l'assuefazione degli organi sensoriali, recettori della sensazione visiva all'oscurità, permettesse alla giovane donna circonfusa di un tenue alone azzurrino, avviluppata in un ampio soprabito di cuoio greggio, di percepire a stento i primi puntini luminosi di una miriade di stelle che costellavano la volta celeste. D'improvviso, cicli sequenziali di bagliori si susseguivano a una cadenza sostenuta, fino a stabilizzarsi attorno a una frequenza compatibile con la persistenza retinica, forse soltanto estrema sofisticatezza cerebrale poiché la funzione della vista occupa circa la metà del suo cortex.
  2.   Attonita, la creatura eterea, fattezze pregevoli, scopriva gradatamente immagini oniriche sempre più nitide, sconvolgenti, nonché avvincenti ma inconciliabili con gli schemi dela vita terrena. Oltrepassando i meandri intricati dei procesi psichici attivati, pervasa da una percezione insondata di beatitudine edenica, si proponeva di valersi del repentino e insperato privilegio della chiarezza di percezione di una realtà ignota, istanti certamente fuggevoli, per cancellare dalla memoria ogni idea preconcetta di quella realtà fin li vissuta.
  3.   Pur non possedendo nozioni specifiche di astronomia, acquisiva la certezza d'individuare la posizione della piccola ed esile constellazione dell'emisfero boreale "Chioma di Berenice", composta di due sole stelle, mai percepita prima d'ora! Cosi avveniva per le fulgenti Altaïr, Antarès, Vega. Al telescopio, Urano appare come un disco verdognolo; qui, maestoso, si stagliava contro l'insondabile. Il suo sistema di anelli, i suoi satelliti sembravano fossero a portata di mano. Nelle sue vicinanze apparenti, un insolito luccichio l'attrasse. Un'altra stella, di magnitudine nettamente inferiore alle precedenti, sembrava le ammiccasse perché temporaneamente e parzialmente oscurata da una materia che ruotava intorno al pianeta smisurato, a prima vista immoto: si trattava dei suoi famosi anelli scoperti in circostanze identiche. Indicibile bellezza immateriale, o allucinante realtà concreta a cui, comunque non rinuncerebbe a costo della vita.
  4.   Sull'infinito sfondo galattico un'altra inquadratura sovrumana, suggestiva, esaltava la preziosità della scogliera a picco di Miranda, il più piccolo dei cinque satelliti di Urano. Sulla sua superficie, un caos di montagne e crateri, di terreni aggrovigliati in un disordine indescrivibile. Lo sfregio ciclopico, alto pressappoco seimila metri, corre su alcune centinaia di chilometri lungo il piccolo corpo celeste, separando due regioni.
  5.   Senza transizione, immagini stupende le balenavano per la mente a una velocità incommensurabile, esercitando sulla giovane vita una suggestione ipnotica. Cosi si succedettero il pianeta Giove, di gran lunga il più grande e massiccio tra i pianeti, angelo custode della Terra dal possente campo gravitazionale, visto dal suo satellite ghiacciato e tormentato Europa.
  6.   Lo spazio di un attimo veniva sostituito magistralmente con un altro satellite, Callisto. Una pianura stranamente coperta di fantomatici "penitenti": immensi e gelidi pinnacoli dal fascino suggestivo di quasi cento metri di altezza. Anche questa sublimità scomparve fulmineamente, mentre una scena ripresa dall'alto, primo piano spaventoso sulla "Grande Macchia Rossa" di Giove, sembro' scatenare "la madre delle tempeste". (Pag.106) La Macchia, cosi' percepita, risultava irriconoscibile avendo in addietro già destato l'ammirazione di Leda, benché l'avesse osservata dalla Terra attraverso l'oculare di un telescopio. Le circostanze presenti, "sul posto", un mondo smisurato, violentemente attivo suscitava intense emozioni contrastanti. Venti che soffiano nella sua atmosfera a settecento chilometri all'ora! Una specie di turbine ciclonico la cui area le appariva ben più estesa di quella della Terra. Facendo di necessità virtù, sembrava si fosse prefisso dagli albori dell'Universo di assumere l'incarico assegnatogli, dando vita perenne a un mälström titanico esaltandone le qualità intrinseche.
  7.   Nell'inaudita sarabanda astrale comparve un fenomeno eruttivo straordinario. Un violento assalto effusivo di magmi alla crosta del pianeta Io, il più vicino dei quattro grandi satelliti di Giove sullo sfondo. Astro poco più grande della Luna, subisce la legge di gravità di Europa, Ganimede e Callisto. Ne risultano effetti di marea le più intense del sistema solare. Il cuore d'Io, mescolato da queste maree, viene riscaldato a bianco e dunque dissipa un'energia fantastica: in permanenza una dozzina di vulcani eruttano fiumi di lava alla sua superficie. Questa, che subisce gli effetti di marea, si solleva poi sprofonda di un centinaio di metri a ogni rivoluzione intornoa Giove, non è d'altronde che una pianura di lava più o meno solidificata, incavata di "caldeiras" colme di sodio e di zolfo in fusione. La debole forza di gravità d'Io rende le sue eruzioni vulcaniche ancora più spettacolari: pennacchi che si elevano, durante mesi, fino a trecento chilometri di altitudine.






You don't have flash installed.
EMAIL- EMAIL- EMAIL- EMAIL- EMAIL- * A